«Signor Prevosto, venga con me e guardi questo soldato. Non le pare Mussolini?».
«Signor Prevosto, venga con me e guardi questo soldato. Non le pare Mussolini?».
Settantotto anni fa veniva trucidato a Forte Bravetta dai nazisti don Giuseppe Morosini, la primula rossa in tonaca che salvò molti ebrei.
"La Rev.da Madre [Manuela Vicente] e stata chiamata in Vaticano (...) alla Segreteria di Stato dove S. E. Mons. Montini l’ha pregata, in nome del Santo Padre, di alloggiare tre famiglie minacciate, come molte altre, di essere prese dai tedeschi".
Nel giorno della Memoria la storia ritrovata di Yvette Haim che nel 1943 fu tra i salvati dalle suore di Gesù Redentore a Firenze Grazie ad un articolo lei ed il fratello Maurice ritrovano le tracce del loro passato
A colloquio con la testimone di una delle operazioni di salvataggio del questore di Fiume. Dopo una laboriosa ricerca compulsando vari archivi, sono riuscito a ricostruire in questo articolo pubblicato il 16 aprile 2014 nella pagine culturali de L'Osservatore Romano, attraverso l'ausilio di fonti di prima mano e una testimonianza inedita che mi ha gentilmente concesso Maris Persich, la storia che vide per protagonista la giovane ebrea di origini croate Mika (al secolo Maria) Eisler con la madre Dragica Braunle quali, su richiesta di Palatucci, furono ospitate nel villino della nonna di Maris Persich, la signora Giulia Zagabria, prima di fuggire in Svizzera.
«Focherini ed io – scriverà negli anni successivi don Dante Sala – ci dividemmo i compiti: lui preparava i documenti per questi perseguitati ed io li accompagnavo verso la salvezza».
Per 261 ebrei genovesi non ci fu scampo. Tra di essi vi erano anche l'allora rabbino capo Riccardo Pacifici e il custode Albino Polacco con la moglie Linda ed i loro due bambini Roberto e Carlo rispettivamente di appena 2 e 4 anni, i quali il 1° dicembre successivo furono inviati a Milano, e da lì il 6 dicembre, a bordo del convoglio n. 05, deportati nell’orrendo lager nazista di Auschwitz, da dove non fecero più ritorno. Soltanto 20 riuscirono a salvarsi.
Il 9 novembre 1943 partì dal binario 16 della Stazione di Santa Maria Novella il primo convoglio per deportare ad Auschwitz circa 300 ebrei fiorentini e non, tra donne, uomini anziani e bambini. Su indicazione dell’arcivescovo Elia Dalla Costa nei giorni dei rastrellamenti nazifascisti le Francescane Ancelle di Maria di Quadalto spalancarono le porte agli ebrei in fuga.
Il 16 ottobre del 1943, il "sabato nero" del ghetto di Roma. Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d'Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Il ricordo di Laura e Silvia Supino.