Oggi [4 giugno] è stato un continuo cannoneggiare come lo fu nella notte scorsa. Questa sera alle 8,20 arrivarono i soldati americani che destarono un grand’entusiasmo nella popolazione e vivaci battimani con “evviva” in alto tono.
A colloquio con la testimone di una delle operazioni di salvataggio del questore di Fiume. Dopo una laboriosa ricerca compulsando vari archivi, sono riuscito a ricostruire in questo articolo pubblicato il 16 aprile 2014 nella pagine culturali de L'Osservatore Romano, attraverso l'ausilio di fonti di prima mano e una testimonianza inedita che mi ha gentilmente concesso Maris Persich, la storia che vide per protagonista la giovane ebrea di origini croate Mika (al secolo Maria) Eisler con la madre Dragica Braunle quali, su richiesta di Palatucci, furono ospitate nel villino della nonna di Maris Persich, la signora Giulia Zagabria, prima di fuggire in Svizzera.
Per 261 ebrei genovesi non ci fu scampo. Tra di essi vi erano anche l'allora rabbino capo Riccardo Pacifici e il custode Albino Polacco con la moglie Linda ed i loro due bambini Roberto e Carlo rispettivamente di appena 2 e 4 anni, i quali il 1° dicembre successivo furono inviati a Milano, e da lì il 6 dicembre, a bordo del convoglio n. 05, deportati nell’orrendo lager nazista di Auschwitz, da dove non fecero più ritorno. Soltanto 20 riuscirono a salvarsi.