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Quando Mussolini ordinò il censimento nazionale degli ebrei

Il 22 agosto successivo, la legislazione antiebraica fu preceduta e preparata dal censimento nazionale degli ebrei che, in tal modo, furono schedati ed esposti al pericolo della persecuzione.

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Il 5 agosto 1938 fu pubblicato sul n. 18 de l’Informazione diplomatica un breve testo, attribuito da molti a Mussolini, nel quale veniva sottolineato con forza l’obiettivo dell’attuazione di un “razzismo italiano” con riferimento alle questioni poste dalla “conquista dell’Impero”.

“… ad evitare la catastrofica piaga del meticciato” – vi si leggeva tra l’altro – “la creazione cioè di una razza bastarda, né europea, né africana, che fomenterà la disintegrazione e la rivolta, non bastano le leggi severe promulgate dal Fascismo; occorre anche un forte sentimento, una chiara, onnipresente coscienza di razza.”

Questo documento proseguiva poi affermando categoricamente che:

Discriminare non significa perseguitare. Questo va detto ai troppi ebrei d’Italia e di altri Paesi, i quali ebrei lanciano al cielo inutili lamentazioni, passando con la nota rapidità dall’invadenza e dalla superbia all’abbattimento e al panico insensato. Come fu detto chiaramente… e come si ripete oggi, il Governo fascista non ha alcuno speciale piano persecutorio contro gli ebrei, in quanto tali. Si tratta d’altro. Gli ebrei in Italia, nel territorio metropolitano, sono 44.000 secondo i dati statistici ebraici, che dovranno però essere controllati da un prossimo speciale censimento. La proporzione sarebbe quindi di un ebreo su 1.000 italiani. E’ chiaro che, d’ora innanzi, la partecipazione degli ebrei alla vita globale dello Stato dovrà essere e sarà adeguata a questo rapporto. Nessuno vorrà contestare allo Stato fascista questo diritto, e meno di tutti gli ebrei…

La conclusione era poi; se possibile, ancora poi aberrante di quanto asserito in precedenza:

“Nessun dubbio, quindi, che il clima è maturo per il razzismo italiano, e meno ancora si può dubitare che esso non diventi, attraverso l’azione coordinata e risoluta di tutti gli organi del Regime, patrimonio spirituale del nostro popolo, base fondamentale del nostro Stato, elemento di sicurezza per il nostro Impero”. (Cfr. il testo integrale del documento pubblicato in: M. Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938, Zamorani, Milano, 1994, pp. 23-24).

Denuncia di appartenenza alla razza ebraica di Alberto Segre (20 ottobre 1939)

La dichiarazione di razza di Fiorentino Davide ebreo imolese (Archivio Cidra, Fondo Ezio Serantoni)

Di conseguenza, il 22 agosto successivo, la legislazione antiebraica fu preceduta e preparata dal censimento nazionale degli ebrei che, in tal modo, furono schedati ed esposti al pericolo della persecuzione.

Esso appurò la presenza nella penisola di 58.412 residenti (esclusi quindi i temporaneamente presenti) nati da almeno un genitore ebreo o ex-ebreo, suddivisi in 48.032 italiani e 10.380 stranieri residenti da oltre sei mesi. Di essi, 46.656 (37.241 italiani e 9.415 stranieri).

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