Nel comunicato stampa diffuso quest’oggi dal Pontificium Institutum Biblicum de Urbe, dalla Comunità Ebraica di Roma, dal Yad Vashem. The World Holocaust Remembrance Center e dall’International Institute for Holocaust Research, si rende noto quanto segue:
Nell’archivio del Pontificio Istituto Biblico di Roma è stata rinvenuta una documentazione inedita che elenca le persone, in maggioranza ebree, protette dalle persecuzioni nazifasciste della Capitale grazie al rifugio loro offerto presso istituzioni ecclesiali della città. L’elenco delle congregazioni religiose ospitanti (100 congregazioni femminili e 55 maschili), insieme ai rispettivi numeri delle persone da loro ospitate, era già stato pubblicato dallo storico Renzo De Felice nel 1961, tuttavia la documentazione integrale era stata considerata perduta. Gli elenchi ora ritrovati si riferiscono a oltre 4.300 persone, delle quali 3.600 sono identificate per nome. Dal confronto con i documenti conservati nell’archivio della Comunità Ebraica di Roma, circa 3.200 risultano con certezza ebrei. Di questi ultimi sappiamo dove sono stati nascosti e, in talune circostanze, i luoghi di residenza prima della persecuzione. La documentazione incrementa così significativamente le informazioni sulla storia del salvataggio di ebrei nel contesto degli istituti religiosi di Roma. Per motivi di tutela della privacy, l’accesso al documento è al momento riservato. Il documento è stato presentato durante il workshop “Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)” che si è tenuto il 7 settembre 2023 presso il Museo della Shoah di Roma.
La documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano p. Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione di Roma. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell’Istituto in questo periodo è stato il gesuita p. Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto per il documento del Vaticano II Nostra Aetate.
Gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Grazia Loparco della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Paul Oberholzer dell’Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, Direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al Rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik.
Roma fu occupata dai nazisti per nove mesi, a partire dal 10 settembre 1943 fino a quando le forze alleate liberarono la città il 4 giugno 1944. In quell’arco di tempo la persecuzione degli ebrei determinò, tra l’altro, la deportazione e l’uccisione di quasi 2.000 persone, compresi centinaia di bambini e adolescenti, su una comunità di circa 10.000 – 15.000.
Comunicato Stampa Pontificio Istituto Biblico, 7 settembre 2023
𝘛𝑟𝘢 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑖 𝑖𝘴𝑡𝘪𝑡𝘶𝑡𝘪 𝘳𝑒𝘭𝑖𝘨𝑖𝘰𝑠𝘪, 𝑐’𝑒𝘳𝑎 𝑎𝘯𝑐𝘩𝑒 𝑞𝘶𝑒𝘭𝑙𝘰 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘚𝑜𝘤𝑖𝘦𝑡𝘢̀ 𝘥𝑒𝘭 𝘚𝑎𝘤𝑟𝘰 𝘊𝑢𝘰𝑟𝘦, 𝑢𝘯 𝘪𝑠𝘵𝑖𝘵𝑢𝘵𝑜 𝑑𝘪 𝘥𝑖𝘳𝑖𝘵𝑡𝘰 𝘱𝑜𝘯𝑡𝘪𝑓𝘪𝑐𝘪𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑎𝘯𝑐𝘰𝑟𝘢 𝘰𝑔𝘨𝑖 𝑠𝘰𝑟𝘨𝑒 𝑠𝘶𝑙 𝐺𝘪𝑎𝘯𝑖𝘤𝑜𝘭𝑜 𝑑𝘰𝑣𝘦, 𝑐𝘰𝑚𝘦 𝘳𝑎𝘤𝑐𝘰𝑛𝘵𝑎𝘪 𝘤𝑜𝘯 𝘥𝑜𝘷𝑖𝘻𝑖𝘦 𝘥𝑖 𝑝𝘢𝑟𝘵𝑖𝘤𝑜𝘭𝑎𝘳𝑖 𝑖𝘯 𝘶𝑛 𝑐𝘪𝑟𝘤𝑜𝘴𝑡𝘢𝑛𝘻𝑖𝘢𝑡𝘰 𝘢𝑟𝘵𝑖𝘤𝑜𝘭𝑜 𝑙’11 𝘮𝑎𝘨𝑔𝘪𝑜 2011 𝘯𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘱𝑎𝘨𝑖𝘯𝑒 𝑐𝘶𝑙𝘵𝑢𝘳𝑎𝘭𝑖 𝑑𝘦𝑙 𝑔𝘪𝑜𝘳𝑛𝘢𝑙𝘦 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘚𝑎𝘯𝑡𝘢 𝘚𝑒𝘥𝑒 “𝘓’𝘖𝑠𝘴𝑒𝘳𝑣𝘢𝑡𝘰𝑟𝘦 𝘙𝑜𝘮𝑎𝘯𝑜”, 𝑡𝘳𝑜𝘷𝑎𝘳𝑜𝘯𝑜 𝑜𝘴𝑝𝘪𝑡𝘢𝑙𝘪𝑡𝘢̀ – 𝘱𝑒𝘳 𝘦𝑠𝘱𝑟𝘦𝑠𝘴𝑎 𝑟𝘪𝑐𝘩𝑖𝘦𝑠𝘵𝑎 𝑑𝘪 𝘗𝑖𝘰 𝘟𝐼𝘐 – 𝘢𝑙𝘤𝑢𝘯𝑒 𝑓𝘢𝑚𝘪𝑔𝘭𝑖𝘦 𝘦𝑏𝘳𝑒𝘦 𝘣𝑟𝘢𝑐𝘤𝑎𝘵𝑒 𝑑𝘢𝑖 𝑛𝘢𝑧𝘪𝑓𝘢𝑠𝘤𝑖𝘴𝑡𝘪. 𝑁𝘦𝑙 𝑐𝘰𝑟𝘴𝑜 𝑑𝘪 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑎 𝑚𝘪𝑎 𝑟𝘪𝑐𝘦𝑟𝘤𝑎 𝑐𝘰𝑛𝘥𝑜𝘵𝑡𝘢 𝘢𝑙𝘤𝑢𝘯𝑖 𝑎𝘯𝑛𝘪 𝘰𝑟 𝑠𝘰𝑛𝘰 𝘯𝑒𝘭𝑙’𝐴𝘳𝑐𝘩𝑖𝘷𝑖𝘰 𝘎𝑒𝘯𝑒𝘳𝑎𝘭𝑒 𝑑𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑆𝘰𝑐𝘪𝑒𝘵𝑎̀ 𝑑𝘦𝑙 𝑆𝘢𝑐𝘳𝑜 𝐶𝘶𝑜𝘳𝑒, 𝘪𝑛𝘧𝑎𝘵𝑡𝘪, Giovanni Preziosi ℎa 𝘢𝑣𝘶𝑡𝘰 𝘮𝑜𝘥𝑜 𝑑𝘪 𝘳𝑖𝘯𝑣𝘦𝑛𝘪𝑟𝘦 𝘥𝑒𝘪 𝘥𝑜𝘤𝑢𝘮𝑒𝘯𝑡𝘪 𝘢𝑠𝘴𝑜𝘭𝑢𝘵𝑎𝘮𝑒𝘯𝑡𝘦 𝘪𝑛𝘦𝑑𝘪𝑡𝘪 𝘤𝑜𝘮𝑒 𝑠𝘪 𝘦𝑣𝘪𝑛𝘤𝑒 𝑑𝘢𝑙𝘭’𝘢𝑟𝘵𝑖𝘤𝑜𝘭𝑜 𝑐𝘩𝑒 ho pubblicato su History Files Network dal titolo:
Ebrei nascosti in convento “nel nome del Santo Padre”


