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Quando troveranno pace le vittime delle stragi nazifasciste? Fine pena mai.
Quasi due anni fa venne istituito il Fondo per i ristori alle vittime delle stragi nazifasciste (particolarmente dolorosi i casi di Sant’Anna di Stazzema, di Pratale e di San Giovanni in Poggio).
Si sa che la giustizia è lenta. Lo è ancor di più per chi ormai ha smesso di soffrire l’attesa dei burocrati. Alcuni di questi crimini attendono infatti ancora giustizia, che arriverà (se arriverà) dopo la giustizia del giudizio universale.
Per alcuni ristori agli eredi delle vittime dei crimini nazifascisti in Italia si era addirittura giunti a sentenza di primo grado, riconoscendo risarcimenti dell’ordine di un centinaio di migliaia di euro. Senonché l’Avvocatura dello Stato, invece di procedere a transazione (come pure avrebbe potuto fare se avesse inteso risarcire “al ribasso”), ha fatto opposizione.
Per esempio, l’Avvocatura Generale dello Stato ha impugnato una sentenza che risarcisce una novantenne fiorentina, la signora Mirella Lotti, figlia di una delle tredici vittime della strage di Pratale; e ha impugnato un’altra sentenza che risarcisce i nipoti del partigiano Egidio Gimignani, caduto a San Donato in Poggio per fuoco nazifascista.
L’esiguo fondo creato nel 2022 per risarcire (e ricordare) queste vittime subisce quindi una “spending review” attuata, non contrattando sulle somme da risarcire, bensì opponendosi ai risarcimenti.
In altri termini, lo Stato italiano si oppone a quel minimo di giustizia verso quelle stesse vittime di stragi che lo poi Stato periodicamente onora con lapidi e corone di fiori adorne di tricolore.
© Matteo Luigi Napolitano, 2023
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